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Essendo Dio sovra-essenzialmente separato da tutte le cose, la conoscenza e la contemplazione
di Lui, condotte autonomamente dalla rivelazione scritturale, sono impraticabili (ejus scientia et
contemplatio omnibus invia est). Bisogna attenersi esclusivamente a quanto la Scrittura dice di
Lui. L’uomo non può comprendere la scienza divina ascendendo verso di essa, ma è la scienza
divina che si lascia comprendere nei limiti delle possibilità conoscitive dell’uomo discendendo
verso la creatura. Dio resta in se stesso, sovra-essenzialmente al di sopra di tutte le cose che
sono, ma, irradiando il creato della sua infinita luce, rende possibile ai sacri pensieri la
contemplazione di sé, la somiglianza a sé.
In seipso manens superessentialem collocatum radium uniuscujusque eorum quae sunt se
proportionaliter illuminationibus optime supermanifestat, et ad possibilem sui
contemplationem et societatem et similitudinem extendit sacros animos.
27
L’esito della riflessione dionisiana non può che essere l’esaltazione del silenzio mistico in
cui la lode della creatura verso Dio diventa l’unica modalità di relazione con l’occulto divino:
Hoc quidem super intellectum et essentiam thearchiae occultum inscrutabile est etiam
intellectualibus mentis reverentiis, haec arcana temperanti silentio honorantes, ad lucentes
nobis in sacris eloquiis splendores intendamus, et ab ipsis in lucem ducimur ad thearchicos
hymnos, ab his supermundane illuminati, et ad sacras hymnologias formati, ad videndum
etiam commensurate nobis per eas donata divina luminaria, et largum principium omnis
divinae apparitionis luminis laudandum.
28
La distanza incolmabile tra il principio di tutte le cose e le cose che sono è la causa degli
ineliminabili limiti della conoscenza umana. Come potrebbe l’uomo, creatura tra le creature,
conoscere ciò che omnium est causa et principium et essentia et vita
29
? La posizione
dell’Areopagita sembra molto simile a quella del Crisostomo nel “pessimismo gnoseologico” da
cui l’uomo non sembra avere scampo e distante dall’ “ottimismo pur limitato” di Agostino
30
.
Nella riflessione di Guerrico è centrale la triade essentia-potentia-actus e la fonte è
proprio lo Pseudo-Dionigi. Ricorre spesso la citazione tratta dal capitolo XI del De hierarchia
caelesti:
27
Ibid., 1, 587D-590A, p. 15.
28
Ibid., 1, 590B, p. 17-19.
29
Ibid., 1, 590C, p. 19.
30
Sullo Pseudo-Dionigi e la visio beatifica, cfr. DONDAINE, L’objet et le ‘medium’ de la vision béatifique
cit. (alla nota 1), pp. 63-64, 68-71; cfr. T
ROTTMANN, La vision béatifique cit. (alla nota 2), pp. 45-50.
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