Creatix LC 144 VF Bedienungsanleitung Seite 196

  • Herunterladen
  • Zu meinen Handbüchern hinzufügen
  • Drucken
  • Seite
    / 365
  • Inhaltsverzeichnis
  • LESEZEICHEN
  • Bewertet. / 5. Basierend auf Kundenbewertungen
Seitenansicht 195
195
supermundane, secondo un movimento che parte dalle essenze celesti e giunge all’uomo, sono
infuse negli animi da illuminare.
La teofania così intesa non impedisce l’immediatezza della visione divina, come taluni
pensavano
71
. L’argomentazione polemica di Ugo è imponente:
Ipsa autem quasi quaedam simulacra absconditae Divinitatis inter rationales animos ac Deum
media ponunt, altiora quidem mente, inferiora autem Divinitate. Et hoc quidem solum de
Deo videri, et in hoc solo Deum videri, utpote qui in ipso a nulla mente vel animo videri
possit. Haec vero simulacra sunt eorum, et phantasmata vanitatis: in quibus dum solum
Divinitatis lucem visibilem et perceptibilem conantur asserere, veram Deitatis cognitionem
et visionem mentibus sanctis probantur auferre. Quid est enim in illis solum Deum videri, et
extra illa non videri, nisi nunquam vere videri, et verum nunquam videri? Si enim imago sola
semper videtur, et veritas nunquam videtur, quoniam imago veritas non est, etiam cum de
veritate est. Tollant ergo phantasias suas, quibus lumen mentium nostrarum obumbrare
nituntur; neque nobis Deum nostrum simulacris autumationum suarum intersepiant; quia nos
sicut satiare non potest aliquid praeter ipsum, ita nec sistere usque ad ipsum.
72
La teofania intesa eriugenianamente come immagine di Dio – almeno nell’interpretazione che
Ugo fornisce dei testi dell’irlandese – è un medium che si frappone tra l’anima e Dio, impedendo
alla prima di vedere la natura stessa di Dio. Se Dio è visibile solo in un’immagine (simulacrum),
in una rappresentazione (phantasma), evidentemente non è visibile in se stesso. L’immagine non
è la verità (imago veritas non est): dunque, se è visibile soltanto l’immagine, allora la verità è
irraggiungibile. Negare la visione di Dio in se stesso significa negare la possibilità di vedere il
vero. Il medium non assume qui, come in Anselmo, una funzione adiuvante o almeno non
impediente, bensì, come aveva già intuito Gregorio Magno parlando dell’inter-esse delle
immagini create, un carattere ostacolante. Il medium è un oggetto inadeguato che, ponendosi tra
il soggetto vedente e l’oggetto veduto, impedisce la visione del vero.
Ugo non rifiuta il concetto di teofania, ma quella che secondo lui è l’interpretazione
eriugeniana, proponendone un’altra:
71
Il riferimento è a Giovanni Scoto Eriugena. Cfr. DONDAINE, L’objet et le ‘medium’ de la vision béatifique
cit. (alla nota 1), pp. 64-66 ; cfr. W
ICKI, Die Lehre von der himmlischen Seligkeit cit. (alla nota 59), pp. 116-121; cfr.
T
ROTTMANN, La vision béatifique cit. (alla nota 2), pp. 76-83, 94-97. Wicki, a nostro parere errando, ritiene che
secondo Ugo le teofanie impediscono la visione di Dio in se stesso, laddove invece dai testi emerge che la critica del
vittorino non concerne le teofanie in quanto tali, ma l’interpretazione che Eriugena ha fornito delle teofanie.
Trottmann, a differenza di Wicki ben cosciente dell’esatto significato del testo di Ugo, non concorda con la lettura
che il vittorino compie dell’interpretazione eriugeniana delle teofanie e prova a ricostruire le cause storiche di tale
polemica.
72
HUGO, In Hierarchiam coelestem, II, 954D-955A.
Seitenansicht 195
1 2 ... 191 192 193 194 195 196 197 198 199 200 201 ... 364 365

Kommentare zu diesen Handbüchern

Keine Kommentare